
Total TV
Intrattenimento, fiction, informazione e sport fra broadcasting e streaming | Annuario 2022
L’Annuario 2022 in sintesi
Come già è accaduto per il primo Annuario della TV, pubblicato nel 2021 col significativo titolo “La televisione nella pandemia” (Carocci), anche questo secondo Annuario, che si riferisce al 2022, è un ricchissimo strumento per comprendere cosa sia successo – e cosa succederà – nella principale industria mediale nazionale, quella che sinteticamente possiamo definire “dell’audiovisivo” (ovvero, oggi, del broadcasting e dello streaming). Il volume realizzato quest’anno si intitola “Total TV. Intrattenimento, fiction, informazione e sport fra broadcasting e streaming”, evidenziando bene la mescolanza di continuità e discontinuità che caratterizza questa nuova “Total TV”: una televisione – e un’industria degli audiovisivi – che si articola ormai stabilmente fra forme di offerta, distribuzione e consumo lineari e non lineari. La “Total TV” ha un oggetto che la identifica, e che sta facendo il suo ingresso sempre più massiccio nelle case degli italiani, come evidenziato in questi anni dai rapporti Auditel-Censis: è la Smart TV o “televisione connessa”, che ha rinnovato il parco dei device nelle case di una platea sempre più vasta di famiglie. La Smart TV non è solamente un nuovo televisore: la televisione, grazie alla connessione alla rete, si proietta in un uno scenario di offerta fortemente modificato, nel quale convivono contenuti audiovisivi da fonti diverse, fruibili in modi altrettanto variegati.
L’Annuario vuole essere uno strumento in grado di definire un terreno comune di analisi tanto degli aspetti di produzione e offerta dei contenuti (con un particolare attenzione ai contenuti scripted e unscripted, ma anche un focus su generi come News, Sport e Kids) quanto di quelli, oggi estremamente dinamici ed evoluti, relativi ai consumi lineari, alla Total Audience, alla Social TV.
Il progetto di un Annuario della TV non si esaurisce in una pubblicazione ma è piuttosto una piattaforma aperta per la misurazione dell’industria audiovisiva nel corso di una stagione o anno: questo ambizioso obiettivo è raggiunto grazie alla preziosissima collaborazione che, nel corso degli anni, il CeRTA, Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano, ha intessuto con i partner più rilevanti nella misurazione di specifici aspetti dell’industria (mercato, produzione, consumi): Auditel, APA (Associazione italiana dei Produttori Audiovisivi), Sensemakers e Comscore, Nielsen, eMedia, che sono i partner di questo Annuario 2022.
Per quanto riguarda le dinamiche di produzione e offerta, il CeRTA ha sviluppato negli anni, in particolare in collaborazione con APA, un dataset composto da circa 18mila ore di contenuto TV e streaming per ogni Annualità, monitorando 35 reti e 6 servizi OTT (che sono le realtà attive nella produzione originale di contenuto scripted e unscripted), a partire da oltre 40 items relativi per esempio a: generi e sottogeneri, società di produzione, distributori (sia nell’area dei broadcaster che degli streamer), format, formati, pezzature, location rappresentate, tendenze di consumo e altro ancora.
C’è poi il lato relativo all’evoluzione dei consumi: le metriche relative alla misurazione dei consumi, quelle sviluppate ormai da oltre tre anni da Auditel, puntano chiaramente verso la Total Audience, che dà conto di un sistema dei media nel quale le dinamiche di convergenza sono sempre più evidenti. Da questo punto di vista possiamo dividere il mondo della misurazione dei consumi in due: da un lato il mondo degli editori tradizionali, broadcaster in primis, che aderiscono, grazie al modello della misurazione dei JIC e di Auditel in particolare, a un mandato di trasparenza, che in questi due anni l’Annuario è stato in grado di tracciare.
Grazie a questa trasparenza è stato possibile misurare alcuni fenomeni che hanno caratterizzato queste annualità: ad esempio l’enorme crescita dei consumi lineari nei mesi e negli anni segnati dalla pandemia, a segnalare l’essenzialità della televisione in ottica di bene pubblico; o, sempre negli anni della pandemia, la crescita rilevante dei consumi cosiddetti in Total Audience, ovvero avvenuti tramite device connnessi in rete, consumi cresciuti fra il 2020 e il 2021 del 68% in termini di tempo speso. L’altro lato è quello caratterizzato ancora dalla permanenza di diversi «coni d’ombra» che contrassegnano le dinamiche di consumo delle piattaforme OTT, rispetto alle quali l’individuazione di metriche condivise e trasparenti resta un traguardo ancora da raggiungere.
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